Il melissese che “sedusse” Napoleone

Francesco Rossi era colto, intelligente, determinato. A diciannove anni aveva la laurea in legge. Di ideali giacobini, doveva però stare molto attento. Il governo borbonico era severissimo: pena di morte ai sobillatori. Così fuggì e arrivò in Francia. Iniziò come calzolaio poi, nel 1799, si arruolò nell’esercito di Napoleone, fino a conquistare i gradi di colonnello. Per alcuni anni Don Francesco offrì i servigi alla Francia poi la nostalgia per la patria lo riportò a Melissa. Napoleone lo congedò con una valigia piena di soldi e un orologio a pendolo d’oro. Col gruzzolo innalzò una gigantesca masseria e costruì palazzo Rossi, il più smisurato e sfarzoso del paese: il batacchio era d’oro. Don Francesco però non aveva considerato i briganti. Convocò due di loro, i capi. “Vi do tutto quello che chiedete ma risparmiate le mie proprietà”. “Don Francesco", gli dissero, “dormite tranquillo. Potete anche lasciare la porta aperta”.

La grotta di Antonio

La grotta di Antonio

Melissa è il paese delle grotte. Usate un tempo come ripostiglio e abitazione. Antonio Garrubba ne ha scavata una all’interno della propria casa, accanto al forno dove la moglie fa il pane. Serve a tenere in fresco vino, olio, melanzane, peperoni. Quando fuori ci sono quaranta gradi, qui ce ne sono venti. Nella grotta piove acqua freschissima. Le mani gelano. Le bottiglie di vino raffreddano in dieci minuti. Antonio ne svuota alcuni secchi al giorno. “Dovrebbe essere acqua potabile perché arriva dal castello ed è filtrata. La farò analizzare a Cirò”.

L’ultimo testimone

L’ultimo testimone

Ogni giorno, a piazza Gramsci, un omino prende posto sulla panchina. E resta qui, con o senza compagnia, a pensare a chissà cosa. Francesco Iocca, classe ’33, aveva 16 anni il giorno dell’eccidio di Fragalà. Ricorda tutto ma parla poco. “È tutto scritto in tribunale”, dice. “È tutto nei libri”. A lui non successe nulla. Il fratello Luciano fu uno dei cinque gravemente feriti. Un mese di ricovero e la scampò. È una faccenda complicata la storia di Fragalà. Chi aveva ragione? I braccianti? Il padrone? Nicodemo Murgi nel suo libro parla di “frittata”. Nel ‘52 la sentenza del tribunale condannò i feriti di Fragalà per occupazione abusiva delle terre e detenzione di armi da guerra.

Albergo diffuso

Albergo diffuso

Nei progetti dell’amministrazione comunale, rientra la creazione dell’albergo diffuso di Melissa. Diverse strutture del centro sono in ristrutturazione. La capacità ricettiva, a lavori ultimati, dovrebbe aggirarsi intorno ai 50-60 posti letto. I tempi di realizzazione non sono certi. In alternativa sarà pronto a gennaio, in Salita Matteotti 12, il b&b di Simone Bevilacqua, direttore artistico del festival Ra.Me.

Il teatro dell’Auser

La compagnia teatrale dell’Auser Melissa, attori locali fai da te tra cui lo stesso Antonio Garrubba, rappresenta i fatti di Fragalà in modo sanguigno, coi dialoghi originali. Alcuni spettatori piangono. Sono i parenti delle vittime. In passato la compagnia ha mandato in scena Il Conte di Melissa e Vita e Miracoli di San Francesco di Paola. “Molti di noi sono anziani”, dicono. “Alcuni non hanno nemmeno la licenza elementare”. Da quando, per esprimere sentimenti, la cultura è più importante del cuore? La compagnia teatrale dell’Auser Melissa, attori locali fai da te tra cui lo stesso Antonio Garrubba, rappresenta i fatti di Fragalà in modo sanguigno, coi dialoghi originali. Alcuni spettatori piangono. Sono i parenti delle vittime. In passato la compagnia ha mandato in scena Il Conte di Melissa e Vita e Miracoli di San Francesco di Paola. “Molti di noi sono anziani”, dicono. “Alcuni non hanno nemmeno la licenza elementare”. Da quando, per esprimere sentimenti, la…

La vendetta della strega

La vendetta della strega

A Melissa le streghe andavano a far malefici da un posto all’altro. Camminavano sul filo delle colline. Alcuni giurano che a volte volavano dentro veli bianchi, avvolte da luci abbaglianti per non farsi riconoscere. Un giorno, erano i primi del ‘900, un giovane di ritorno da una visita alla promessa sposa, incontrò una strega lungo il cammino. Piantò il coltello nel muro e così la fattucchiera non poté più muoversi. “Togliti il velo”, disse il giovane, “voglio vedere chi sei”. “Lasciami andare”, gridò la strega. “No, prima voglio conoscerti”. Alla fine mostrò il volto. “Ricordati”, disse la strega prima di andarsene, “te la farò pagare”. Una settimana dopo la futura sposa era morta. Dopo due mesi morì la seconda moglie del giovane. Il giovane era Domenico Serleti, morto a metà del secolo scorso, tipo sobrio e concreto, poco incline alle fandonie. A Melissa, c’erano anche le streghe buone. Quando un bimbo aveva la febbre alta e stava male, la…

Il cuore dei melissesi

Il cuore dei melissesi

Sono passati più di quattro anni. L’ex sindaco Gino Murgi si commuove ancora. Era l’11 gennaio 2019, notte di pioggia e tramontana, quando un barcone di migranti curdi si incagliò a Torre Melissa. Echeggiavano in mare pianti, grida disperate. Buio pesto. Non si vedeva nulla. C’erano donne, bambini, neonati. Accorsero Guardia Costiera, Croce Rossa, Protezione Civile, Carabinieri. E il paese intero. Per fortuna si trovò un pattino. A forza di remi raggiunsero il barcone. Buttarono le funi. Molti si aggrapparono. Altri annaspavano in mare, a 200 metri dalla riva. Intanto Raffaele, fratello del sindaco, aveva aperto il proprio residence. Acceso il riscaldamento. Preparato cibo, bevande calde. I melissesi portavano vestiti, coperte, giochi per i bambini. La più commovente catena di solidarietà umana si attivò in un lampo. Arrivò anche Carmelo Palmieri, nerboruto pescatore dal cuore di zucchero e mani come badili. “Sembrava l’Apocalisse. Non si capiva niente”. Una…

Il libro di Nicodemo

Il libro di Nicodemo

L’agronomo Nicodemo Murgi, studioso di storia locale, ha passato buona parte dell’isolamento Covid a spremere le meningi. E ha mandato in stampa Melissa, quella fredda giornata d’ottobre. Racconti di tempi vissuti. “Epilogo inevitabile. I fatti di Fragalà, le terre e la riforma agraria, sono vicende legate alla mia professione. In quegli anni erano il pretesto per alimentare la lotta politica tra destra e sinistra”.

La processione “a rate” e il vestitino di S. Francesco

DAL 4 AL 7 AGOSTO La fede dei melissesi è molto intensa. Don Pino va tutti i giorni di casa in casa. Visita le giovani famiglie, gli anziani, gli ammalati. “Sono la mia forza, la mia gioia. Un rapporto umano semplice, bellissimo. Parliamo di vita quotidiana nella più grande semplicità”. La festa religiosa più importante in onore di S. Francesco di Paola (compatrono di Melissa), va in scena dal 4 al 7 agosto per favorire la partecipazione degli emigrati. È tale la devozione che in molte famiglie c’è un Francesco o una Francesca. Vengono benedetti durante la festa ma soprattutto in quell’occasione indossano il vestitino del Santo: nero, cordone nero, scritta dorata Caritas sul petto. Lo conservano per tutta la vita. La festa della Madonna dell’Udienza invece, si celebra la prima domenica di giugno. In entrambi i casi le processioni si svolgono in tre-quattro giorni, suddivise per quartieri. In questo modo l’intero paese ha la possibilità di partecipare:…

Il ritratto di Eugenio

Il ritratto di Eugenio

Al Circolo Anziani di Melissa, appeso a una parete, c’è il misterioso ritratto di un uomo. Si vede subito che è stato realizzato da una mano esperta. Il disegno raffigura Eugenio Greco, il defunto padre di Francesco, gestore del Circolo. “Trovai la foto di mio padre sulla copertina del libro fotografico che Ernesto Treccani aveva dedicato ai contadini di Melissa. E così commissionai il ritratto a Elio Malena, compianto artista di Cirò”.

I gatti comunisti

I gatti comunisti

Quando durante le campagne elettorali degli anni ’50-’70 c’erano i comizi dei comunisti, piazze e strade del paese erano fiumi in piena. Se cadeva qualcosa non toccava terra. Non c’erano solo uomini. La folla armata di bandiere si portava dietro i rinforzi, i gatti coi collarini rossi. La falce e il martello apparivano ovunque. Sui muri scrivevano, “Viva Paietta”. Melissa la chiamavano Roccia Rossa del sud. I comizi dei democristiani erano deserti.

Fragalà e i due bolognesi

Nel disco Il giorno aveva cinque teste, quarto solco, Lucio Dalla fa partire Passato/Presente coi versi del compianto poeta Roberto Roversi, scrittore, libraio, partigiano. La seconda strofa è un inno contro la guerra. I tragici fatti di Melissa, inermi contadini massacrati solo perché volevano lavorare, avevano colpito al cuore i due bolognesi. Il passato di tanti anni fa, alla fine del quarantanove, è il massacro del feudo Fragalà sulle terre del Barone Breviglieri!!. Tre braccianti stroncati col fuoco del moschetto in difesa della proprietà. Sono fatti di ieri. Poi, qua e là …., Il passato è la rabbia che si fa tuono…, ..la libertà è difficile e fa soffrire. Nei pascoli dove ora vivono, i morti di Fragalà devono ascoltarla spesso questa straniante ballata di libertà. Nel disco Il giorno aveva cinque teste, quarto solco, Lucio Dalla fa partire Passato/Presente coi versi del compianto poeta Roberto Roversi, scrittore, libraio, partigiano. La seconda strofa è un inno…